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Autostima: idealizzazione e svalutazione... due facce della stessa medaglia

  • Immagine del redattore: Dott.ssa Eleonora Ruggiu
    Dott.ssa Eleonora Ruggiu
  • 5 mag
  • Tempo di lettura: 1 min

 Ti è mai capitato di vedere una persona come perfetta, incredibile, superiore… per poi, magari poco dopo, sentirti deluso, arrabbiato, o anche inadeguato?

È il gioco – spesso inconscio – dell’idealizzazione e della svalutazione.

 Quando idealizziamo qualcuno o qualcosa, lo stiamo mettendo su un piedistallo. Ma ogni piedistallo, per definizione, ci mette sotto qualcosa o qualcuno. E molto spesso, quel “qualcuno” siamo noi.


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Idealizzare l’altro significa, in molti casi, svalutare noi stessi: “Lui è così sicuro, io non valgo niente”; “Lei è perfetta, io sono sempre sbagliata”.

E quando l’altro inevitabilmente mostra di essere umano, con limiti e imperfezioni, può scattare l’effetto opposto: svalutiamo lui o lei, per difenderci dalla delusione.

 E allora, come si esce da questo ciclo?

  •  Coltivando l’autostima, quella sana, che non ha bisogno di miti né di mostri.

  • Imparando a vedere l’altro per ciò che è: una persona con pregi e difetti, proprio come noi.

  •  Soprattutto, lavorando sull’equilibrio emotivo, che è la base delle relazioni sane.


 Smettere di idealizzare non significa accontentarsi. Significa costruire legami veri, dove nessuno è perfetto ma tutti si sentono abbastanza.



 
 
 

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